Strumenti di dialogo

Chiamo strumenti di dialogo tutti quegli strumenti, (progettualità, competenze, formazione) che nascono nell’ambito del teatro e della comunicazione, ma che col tempo ho perfezionato affinché potessero essere utilizzati per migliorare le relazioni umane.

Quelle tra individui; quelle tra comunità differenti; quelle con la propria storia, la propria tradizione, il proprio territorio, la propria arte. 

Ovunque vi sia la necessità di curare o mettere in essere delle relazioni gli strumenti del teatro, che è una forma di artigianato delle relazioni, e della comunicazione possono essere utili se opportunamente modellati.

Ogni strumento di dialogo è unico; nasce per una precisa finalità e, soprattutto, prende vita da una fase di ascolto immersi che mi vede coinvolto personalmente.

 

Territori

I territori esistono in funzione delle relazioni che con essi è possibile stabilire; il cittadino, la persona che entra in quel territorio per lavorare, lo straniero che vuole farne la propria casa, il turista. Tutti costruiscono una relazione con il territorio. Agevolare, amplificare e prendersi cura di queste relazioni non è affatto semplice; eppure sono questi legami a rendere vivo o morto un territorio. Mi occupo attraverso gli strumenti dell’arte e della comunicazione di progetti che partono da questo presupposto ed aspirano a risolvere problematiche o, semplicemente, a valorizzare un territorio.

Spazi e le opere

La grande bellezza, in luoghi ed opere, che l’Italia possiede può generare spavento e diffidenza nei confronti delle persone. Si è diffusa negli anni una sciocca credenza per cui, per accostarsi alle opere d’arte ed ai luoghi storici, ci sia bisogno di competenze specifiche. Eppure, la lettura fatta per competenze è solo una delle letture possibili e spesso non è quella per cui l’opera è stata pensata dall’autore. Soprattutto, questa diffidenza iniziale, spinge molte persone a privarsi dell’incontro con opere e spazi limitando non solo l’esperienza ma anche il desiderio di approfondire ed arrivare, quindi, sul piano delle competenze. Lavoro, attraverso  gli strumenti del teatro e della comunicazione, a rompere questa diffidenza ed a consentire una relazione sincera, spontanea e diretta tra persone, opere e spazi d’arte. Lo faccio per musei, opere d’architettura e talvolta anche per opere letterarie e musicali. Mi muovo come facilitatore di queste relazioni.

Comunità

Quando penso ad una comunità non riesco a non ricordare la performance di Maria Lai, ad Ulassai nel 1982, “Legarsi alla montagna” che poi ricorda le pagine di Ersilia in Città invisibili di Calvino. Dei lunghi fili di tessuto che rendono visibili le relazioni tra le persone; la solidarietà, il conflitto, la parentela, l’estraneità. Il mondo in cui viviamo contiene una complessità di comunità piccole e grandi che spesso condividono negli stessi spazi o si muovono lungo margini comuni. Penso ai giovani ed agli anziani, ai cittadini autoctoni ed agli stranieri arrivati di recente, penso ai cittadini liberi ed ai detenuti, agli abitanti di un piccolo borgo ed i turisti che arrivano per scoprirne le bellezze. Rendere serena la naturale osmosi tra queste comunità è parte del mio lavoro; utilizzo gli strumenti del teatro e della comunicazione per fornire agli individui gli strumenti e le esperienze necessarie per vivere in serenità il confronto con l’altro, ma anche con quello tra la propria storia, le proprie tradizioni e la contemporaneità.

Se vuoi conoscere i dettagli di alcuni strumenti di dialogo, visita il mio portfolio.